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Quello sguado verso il cielo

Lorenzo Bartolini "La Fiducia in Dio" - 1837
Lorenzo Bartolini “La Fiducia in Dio” – 1837

Mi lascio cadere sul pavimento, in ginocchio, le mani unite sulle gambe, le spalle rilassate, la schiena ricurva e guardo il cielo…

Una posizione questa che, almeno una volta nella vita assumiamo, o per disperazione o per stanchezza. L’opera più famosa di Lorenzo Bartolini, “La Fiducia in Dio”, ha insieme proprio questi due aspetti: una ricerca intima spirituale, attraverso una sorta di preghiera silenziosa, e la fisicità di un momento di abbandono.

Nel 1834 la nobildonna Rosa Trivulzio Poldi Pezzoli commissionò quest’opera allo scultore pratese in memoria del marito defunto e rappresenta il suo abbandono totale nella fede dopo il lutto. Si narra che l’artista prese spunto da una bellissima ragazza, una modella, che aveva posato per lunghe ore consecutive davanti agli artisti che la ritraevano. Il Bartolini decise però di non riprenderla in posa, ma nel momento nel quale lei si lascia andare alla stanchezza e, stravolta, si inginocchia, come a sospirare dopo tanta fatica.

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Lorenzo Bartolini – “Il Bello e il Vero”

Pasquale Romanelli – Busto-ritratto di Lorenzo Bartolini 1854

 

Titolo della mostra: Lorenzo Bartolini – Il Bello e il Vero
Spazio espositivo: Antiche Stanze di Santa Caterina
Luogo: via Santa Caterina, 17 – Prato
Piantina:
Data di inizio evento: giovedì 16 dicembre 2010
Data di fine evento: sabato 31 dicembre 2011
Orari di apertura: orario feriale mercoledì, giovedì e venerdì 16-19orario festivo sabato e domenica 10-13; 16-19
Chiusura: martedì
Prezzo biglietti: ingresso libero
Catalogo: gratuito a cura del Comune di Prato
Genere: scultura – prima metà dell’Ottocento

Presso le Antiche Stanze di Santa Caterina a Prato, dal 16 dicembre 2010, si tiene la mostra dedicata ai modelli in gesso dello scultore Lorenzo Bartolini, splendido ritrattista richiesto dai più illustri personaggi del suo tempo, dal titolo “Il Bello e il Vero”. Un evento questo d’eccezione dato che le meravigliose opere del Bartolini vengono dalla collezione dell’inaccessibile Museo Civico di Prato, chiuso per i restauri che ormai da anni coinvolgono Palazzo Pretorio. Si va dalle opere giovanili, come il modello della Ninfa Oceanina, detta l’ “Arnina”, eseguita intorno al 1816-17, fino alle ultimissime opere, tra cui lo splendido modello del monumento al Conte Demidoff, seguito dal 1837 fino alla morte, avvenuta nel 1850.

 

Franz Adolf von Stürler – Ritratto di Lorenzo Bartolini

Il titolo della mostra pone a confronto due periodi artistici: il “Bello” del “Neoclassicismo” e il “Vero” del “Romanticismo”. Lorenzo, infatti, mostra già fin dalle sue prime opere una nuova sensibilità che si distacca dal tradizionale riferimento al “bello ideale”, cioè a quei canoni estetici che guardavano alla perfezione dell’arte classica e in particolare ellenistica. Egli è attento alla natura che indaga in tutti i suoi aspetti, ache non proprio “belli”. É come insegnante di scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze che il Bartolini inizia la polemica contro il classicismo accademico dei colleghi, affermando che proprio la natura vale più dell’antico, attraverso anche azioni “anticonformiste”. Infatti, l’allievo Giovanni Dupré ricorda: “…bandì lo studio delle statue e restrinse tutto il sistema di insegnamento alla sola imitazione della natura, e tant’oltre spinse questo principio che introdusse un gobbo nella scuola e lo fece copiare dai giovani allievi”. A questo curioso e interessante artista Prato dedica una mostra che vale la pena di visitare.