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Chi sono e di cosa mi occupo

Mi chiamo Ambra Nardini, sono un’Artista, Arteterapeuta, Educatrice museale e Progettista di percorsi Didattici e Accessibilità. La mia passione, oltre all’Arte, è la Lingua dei Segni Italiana che studio dal 2019. Sono curiosa e appassionata, quando mi trovo davanti argomenti che i piacciono da studiare, approfondire o nuove sfide mi lancio alla velocità della luce e non mi faccio fermare da niente e da nessuno per raggiungere quello che desidero. Adoro viaggiare, venere a contatto con usi e costumi, punti di vista svariati e molteplici e trovo che questa sia un’esperienza di crescita unica e arricchente. La mia ricerca artistica è una vera e propria “pratica” quotidiana, che mi ha potato ogni giorno a migliorare e a sviluppare le mie capacità in ogni ambito della mia vita. Nel mio lavoro a contatto con pubblici estremamente vari: dai bambini, adolescenti, adulti, anziani… ho potuto sperimentare come portare avanti, quello che adesso per me è un vero e proprio metodo: Arte come “pratica relazionale”, sia estremamente efficace. Per questo nel mio Atelier artistico ognuno è protagonista ed è valorizzato nella sua unicità, nelle sue personali necessità espressive e di comunicazione, mettendole in relazione con quelle dell’altro. Quello che viviamo ogni volta è un’avventura entusiasmante.

SE VUOI AVERE INFO SUI PERCORSI ARTISTICI CONTATTAMI: [email protected] – 3337044923

 

Cose che mi piacciono? Ho un debole per le librerie e i negozi di Belle Arti: mamma mia lì davvero impazzisco e rischio di comprare tutto. L’odore dei colori è qualcosa di straordinario, ricordo ancora con grande piacere l’odore dell’astuccio alle elementari, con le matite colorate e l’odore delle pagine dei libri nuovi. I sensi, tutti i sensi, nella mia ricerca artistica sono valorizzati, per esempio l’odore e le sensazioni tattili diventano punti di partenza fondamentali per sviluppare la percezione consapevole del proprio corpo nello spazio.

 

Ho due figli e con loro mi piace condividere gli interessi, ascoltare i loro racconti che ogni giorno mi ispirano per nuovi progetti, e mi piace tanto divertirmi insieme a loro: adesso sono appassionati di Minecraft e ci siamo costruiti un mondo tutto nostro, così come facciamo con la pittura.

Il mio tratto fisico distintivo? il sorriso, mi piace sorridere anche nei momenti difficili, stare con le persone e avere tanti amici. Amo prendermi cura degli altri e ascoltare. Io mi rappresento con l’immagine di un cuore che parla della mia sensibilità, che si apre e diventa le orecchie di una scimmietta curiosa che ascolta, ascolta, ascolta…

La mia formazione (non si conclude mai!)…

Sono diplomata in Arredamento e tecniche ceramiche all’Istituto Statale d’Arte di Sesto Fiorentino, ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze e sono laureata in Storia e Tutela dei Beni Artistici presso l’Università di Firenze. Sono Arteterapeuta qualificata presso C.R.E.T.E. di Firenze, Centro Ricerche Europeo Terapia Espressiva e socia Apiart, Associazione Professionale Italiana Arteterapeuti, tessera n.552. Dal 2018 , come Arteterapeuta progetto e conduco, insieme alla mia collega Claudia Masolini, il Laboratorio di Attività Espressive della Fondazione per le Arti Contemporanee Luigi Pecci, in collaborazione con i Servizi di Salute Mentale dell’ASL di Prato.

Dal 2013 sono fondatrice e Vicepresidente della Cooperativa Keras, Diffusione Didattica Servizi che si occupa principalmente di didattica e inclusione nel Musei e nelle scuole del territorio Toscano. Progetto e lavoro da anni con persone con disabilità, disturbi dell’apprendimento e dello spettro autistico, persone con Demenza e Alzheimer e loro carer. Dal 2017 sono Arteterapeuta presso il Caffè Alzheimer di LibriLIberi di Firenze. Mediatrice culturale presso musei e istituzioni culturali del territorio toscano, lavoro all’interno della rete di Prato Musei. Progetto e realizzo percorsi didattici esperenziali per ogni pubblico che viene nei musei: dalle donne in gravidanza alle famiglie con bambini 0-3 anni (vedi il mio progetto realizzato presso il Centro Pecci “Primi Mille Giorni d’Arte” https://centropecci.it/it/eventi/primi-mille-giorni-da-arte-future-mamme) per arrivare al pubblico degli adolescenti, adulti, aziende.

Sempre per i musei e per percorsi didattici progetto e realizzo supporti tattili per persone cieche e ipovedenti e sono una della fondatrici del progetto “In corso d’opera”, per persone con Alzheimer e chi se ne prende cura, in collaborazione con la Fondazione per le Arti Contemporanee Luigi Pecci, il Museo del Tessuto, il Museo di Scienze Planetarie.

Artista, insieme al padre, che ha una bottega a Firenze, amo sperimentare linguaggi e modalità di comunicazione, dalla tradizionale pittura ad olio, acquerello, fino a tecniche teatrali e performative. Pratico Mindfulness e l’antica e meditativa tecnica giapponese degli inchiostri fluttuanti, il Suminagashi.

Negli ultimi anni sono particolarmente dedicata allo sviluppo di tecniche di comunicazione alternative e di linguaggio non verbale e lavoro in particolare con la Body Art e Performance. In questo percorso unisco la pittura alla Lingua dei Segni Italiana.

Mi formo e aggiorno continuamente seguendo corsi di formazione, Teatroterapia, Danza Movimento Terapia e Psicodimanica presso Associazione Art Therapy Italiana, corsi specifici per l’accessibilità e la comunicazione alternativa. Ho un Master di secondo livello in Sviluppo dell’Intelligenza Emotiva e crescita personale presso ©Emotiva_Mente Intelligenti.

Se mi dovessi rappresentare mi rappresenterei:

Sono sensibile e affettuosa, il cuore mi batte sempre di tante emozioni intense quindi un grande cuore e se apri, dentro c’è….

una scimmietta curiosa con gli occhi pieni di colore perché ama l’arte e la bocca un po’ tremante perché nasconde un po’ di timidezza anche se non può fare a meno di giocare e stare con gli altri…

 

 

 

 

Lo spazio per vivere le proprie emozioni

In questi giorni di quarantena, le famiglie vivono una situazione molto difficile, non solo per il lavoro, ma anche per i figli che sono chiusi in casa e non hanno valvole di sfogo. I figli, d’altra parte, vivono una situazione fortemente contraria alla vita che facevano prima, piena di impegni, tra la scuola, sport e attività varie dislocate durante l’intera settimana. Vivono quindi molteplici vuoti, dovuti anche all’assenza delle figure importanti come le insegnanti e i compagni.
C’è bisogno di comprendere tutto questo: il vuoto, l’ansia, la sensazione di non avere obiettivi chiari, nervosismo e agitazione. C’è, allo stesso tempo, bisogno di scaricare, fare uscire il terremoto interiore. L’arte, come sempre, ci viene i aiuto, canalizzando le energie in qualcosa di creativo.
Troviamo uno spazio, della casa e, se pur piccolo, allestiamolo con grande cura. Deve essere bello da vedere. Quest’angolo dovrà quindi essere trasformato, visto da un punto di vista creativo. Questo ci aiuta moltissimo anche a cambiare prospettiva, trovare nuove soluzioni.

Faremo un esercizio iniziale di rilassamento, ascoltando suoni della natura, come l’acqua che scorre. Fermiamo poi suoni esterni e ascoltiamo il nostro respiro: inspiriamo profondamente dal naso e poi facciamo uscire lentamente l’aria dalla bocca, ad occhi chiusi.

Questo esercizio, magari seduti sui tappetini, aiuta moltissimo anche i bambini piccoli a calmarsi e prendere coscienza del proprio corpo.

La carta che abbiamo predisposto per terra in lunghe isole, attaccate con scotch di carta al pavimento, si trova a rotolo anche su amazon. Dovrà essere tagliata della lunghezza della posizione a braccia aperte.

I colori che ho predisposto, accanto ai tappetini, sono matitoni morbidi, che vanno bene anche per colorarsi la pelle, ma si possono usare pastelli (meglio a olio perché sono più pastosi). Per i bambini dell’infanzia è molto utile questo esercizio anche come attività di pregrafismo, aiutando lo sviluppo del coordinamento nel movimento delle mani.

Per iniziare il divertente allenamento creativo, si prende in ogni mani un pastello/colore, e si inizia a creare tracce muovendo sul foglio entrambe le braccia simultaneamente. Questo esercizio permette si prendere possesso dello spazio, trovare il proprio spazio e scaricare la tensione nella zona delle braccia, spalle e schiena.

Riparazioni

“Quest’opera ha inizio adesso che la punta della penna ha toccato il foglio bianco, al buio, in una notte di mezza estate e coi suoni del sonno intorno. Sarà un’opera sofferta, nasce indecisa e confusa, traballante e incomprensibile” – dal diario della mia ricerca.

“Riparazioni” 2019 Tela, cuciture e elementi naturali – opera visitabile fino all’11 ottobre 2019 presso la sede Jonas di Firenze

“Riparazioni”, realizzato in occasione del Festival “l’Eredità delle donne”, è stato essenzialmente un percorso, una ricerca di me stessa e, proprio come percorso e ricerca, trova il suo senso più profondo. Realizzare un lavoro artistico è una delicata impresa interiore perché aldilà dei segni, delle forme, che si materializzano via via, c’è la persona che lo realizza, la sua mano che trema, il suo cuore che batte in una danza di emozioni contrastanti, c’è la paura di fallire, di non essere in grado. C’è anche l’energia vitale che comunque vada tu sei lì, in quel momento, ad esprimere te stesso, senza veli e con i tuoi sogni sulle spalle. Come diceva una delle mie artiste preferite, Louise Bourgeois, l’opera è un combattimento all’ultimo sangue tra l’artista e i suoi materiali, tra l’artista e la sua idea e il modo, le tecniche da usare per renderla visibile.

E sono proprio gli scritti della Bourgeois ad avermi accompagnata quotidianamente attraverso i suoi pensieri. Per questo parti integranti dell’opera, o meglio del percorso, sono il libro “Distruzione del padre Ricostruzione del padre” e un piccolo diario sul quale, giornalmente, ho annotato difficoltà, fallimenti, frustrazioni, paura di non farcela, sogni, speranze… Tutti quei sentimenti che accompagnano inevitabilmente la propria ricerca espressiva.

Come comunicare ciò che si ha dentro? Con quale mezzo e in quale modo?

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