Archivio mensile:Agosto 2012

Le api collaborano con gli artisti per un’arte che si fa dolcissima

(Come sempre per questa categoria, in fondo all’articolo, troverete un’idea per un menù speciale all’insegna della dolcezza)

« Un solo filo d’erba, un solo scarabeo, una sola formica, un’ape dai riflessi d’oro… testimoniano d’istinto il mistero divino» – Fëdor Michajlovič Dostoevskij, “I fratelli Karamàzov”

Sembra partire da una frase come questa l’artista e designer olandese Tomáš Gabzdil, che realizza un’opera dal fortissimo impatto emotivo. Le api sono le protagoniste, api vive che ronzano intorno e su di un corpo umano. La scultura ha le braccia aperte, il volto rivolto verso il cielo a rievocare la Crocifissione, tutto questo le fa assumere un’aurea inquietante, tra il sacro e il profano.

Il titolo è “Unbearable Lightness”, un’insopportabile splendore” ed i materiali sono plastica trasparente, alluminio e vetro (rappresentanti l’azione umana, l’industria), e pelle letteralmente a nido d’ape (a testimone del lavoro dell’animale).

Su di questa superficie naturale l’artista è poi infine intervenuto dipingendola con un bel rosso intenso, a simboleggiare inequivocabilmente la Passione di Gesù. L’opera venne mostrata al pubblico per la prima volta nel 2010, nella spelndida cornice della “Carpenters Workshop Gallery” di Londra.

Gobzdil davanti alla sua opera “‘Unbearable lightness” alla “Carpenters Workshop Gallery” di Londra (2010)

Di recente nascita, fondata nel 2005 da due imprenditori parigini appassionati d’arte, Loic Le Gaillard e Julien Lombrail, questo suggestivo spazio espositivo, si è distinto subito come luogo d’eccezione nell’art design mondiale. Come spesso accade in una città come Londra, la quale investe molto sul turismo e la cultura, luoghi originariamente costruiti a scopo industriale, come fabbriche dismesse, sono divenuti luoghi di attrazione a livello mondiale e fondamentali aree di scambio culturale, di ricerca e sviluppo.

Dopo l’esposizione di Gabzdil, le ben 40.000 api, protagoniste dell’opera, furono riportate nel loro ambiente naturale, rimuovando anche il miele ottenuto. C’è una profonda idea di manipolazione della vita: così come l’uomo manipola la vita degli animali, anche  la vita umana è inaspettatamente sempre in balia delle onde dell’esistenza, in balia di qualcosa di enormemente più grande. Da un lato poi c’è l’idea della contemporaneità della società attuale, quindi materiali che rimandano all’attività industriale, dall’altro la natura col suo paziente lavoro.

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La natura: animali e piante nelle miniature di Giovannino de’ Grassi

Nel precedente articolo su Gentile da Fabriano, abbiamo iniziato un viaggio visivo all’interno delle sue opere d’arte, alla ricerca dei particolari. Quei particolari preziosissimi che ci parlano della bellezza dei mestieri, dal tessile all’oreficeria, dalla pittura alla scultura, che arricchirono quel periodo denominato “Gotico Internazionale”. Un periodo di grandi scambi, dove l’arte era sempre al centro del mercato e del quale possiamo avere un’idea visitando la bella mostra che si trova, fino al 4 novembre, agli Uffizi a Firenze, “Bagliori Dorati. Il Gotico Internazionale a Firenze 1375-1440”.

Giovannino de’ Grassi, Libro d’Ore di Giangaleazzo Visconti (1395) Tempera e oro su pergamena

Il più delle volte, le cosiddette “Arti Maggiori”, prendono le mosse dalle cosiddette “Minori” e, nel caso del “Gotico Internazionale”, così florido per le arti proprio a livello “internazionale” ed europeo, tutto prende le mosse dalla miniatura. In particolare per uno dei maggiori artisti di quella fase artistica, Gentile da Fabriano, parliamo di quella lombarda, dato che si ipotizza che la sua formazione sia avvenuta a Pavia.

E’ ad un artista che Gentile sembra legato maggiormente nell’amore verso la resa naturalistica delle sue opere: Giovannino de Grassi. Legato a lui purtroppo anche per la scarsità delle notizie che riguardano entrambi, giunte fino a noi. Anche per Giovannino infatti, artista estremamente poliedrico (fu pittore, miniatore, scultore e architetto, nonostante nei documenti d’archivio del Duomo di Milano venga sempre definito “pictor”), non abbiamo notizie relative all’anno di nascita e il primo documento finora conosciuto sul suo conto è conservato nell’Archivio della Fabbrica del Duomo di Milano, città nella quale abitava. Riguarda l’acquisto di un pennello, avvenuto il 5 maggio 1389.

Giovannino de’ Grassi (1395 ca.) Tempera e oro su pergamena – Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

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L’amore per la natura di Gentile da Fabriano

Molto spesso guardiamo le opere d’arte in maniera superficiale, limitandoci a considerare, per lo più frettolosamente, i personaggi in primo piano senza far viaggiare lo sguardo tra i migliaia di particolari che si snodano nello spazio. Oggi sarà un vero e proprio “viaggio visivo” che faremo attraverso una delle opere più famose dell’altrettanto famoso Gentile da Fabriano. L’occasione ci viene data dalla mostra che si trova agli Uffizi dal titolo: “Bagliori dorati. Il Gotico Internazionale a Firenze. 1375-1440”, fino al 4 novembre 2012. La mostra ci offre la possibilità di godere di opere, oltre di Gentile, anche dei maggiori interpreti di quel periodo artistico conosciuto principalmente con il nome di “Gotico Internazionale”.

L’opera dalla quale partiamo è anche da molti indicata come possibile inizio dell’attività di Gentile da Fabriano: la tavola con la Madonna col Bambino, i santi Niccolò, Caterina e un donatore, dipinta per la chiesa di Santa Caterina in Castelvecchio a Fabriano e conservata oggi alla Gemäldegalerie di Berlino.

La nostra osservazione inizia, come di consueto, dai personaggi che Gentile decise di ritrarre…

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