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La libertà di esprimersi

Foto ripresa dal Laboratorio di Arteterapia Parkinson

Si parte da una gestualità istintiva.
Le mani vanno lasciate andare da sole. Sanno dove andare, perché hanno memoria, conoscenza, desiderio di muoversi e di esplorare. Non hanno bisogno di essere guidate: chiedono solo fiducia.

Anche quando, a posteriori, il lavoro gestuale iniziale può non piacere, è proprio lì che accade qualcosa di fondamentale. Quel primo gesto istintivo è una soglia: porta a far emergere il profondo di sé. Il caos, quasi sempre, genera qualcosa di interessante. È una materia viva, in trasformazione.

“A guardarlo, sembra un vulcano: da dentro esce lava, ma non è scura, non è distruttiva. È colorata, fatta di tanti colori diversi, come se ogni strato emotivo trovasse il suo spazio per affiorare” L.C. (Lab di Arteterapia)

“Per molto tempo mi sono detta: non so disegnare, non ho fantasia. A scuola l’arte era sempre un brutto voto, e quando succede abbastanza volte, ci si arrende. Si finisce per credere a quella frase: tanto non so. E ci si porta dietro questa convinzione anche dopo sessant’anni” S.P (Lab di Arteterapia).

“E invece questi segni arrivano senza che io li vada a cercare. Non li progetto, non li controllo. Vengono fuori da soli” D.S (Lab di Arteterapia).
È un processo.

Il foglio bianco all’inizio è un muro. Spaventa. Ma basta trovare un primo appiglio, un aggancio minimo, e da lì qualcosa inizia a muoversi. Piano piano. Senza forzature.

Quello che emerge è libero, imprevedibile, organico.
Come la natura.