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Il sole, un pesce e una scala

A due anni e mezzo Cosimo osserva attentamente tutto ed è molto stimolato da linee, immagini e colori. Spesso mi vede disegnare e lo scopro ad osservare il movimento delle mie mani sul foglio da disegno o come inserisco il colore all’interno delle linee precedentemente tracciate. É successo che un giorno stavo preparando dei supporti didattici per un laboratorio per bambini sull’artista catalano Joan Mirò.

simboli miròCosimo si è interessato all’attività, alle forme di Mirò e in particolare  a tre: il sole, un pesce e una scala. Il sole fiammeggiante e la sagoma cicciotta del pesce col grande occhio rosso, li avevo estrapolati dall’opera “Autoritratto II” che Mirò dipinse nel 1938 e che oggi è conservato a Detroit, all’Institute of Arts.

autoritratto II

pesceLa scala… beh per la scala ho fatto vedere a Cosimo tante immagini dell’artista su questo soggetto che a lui incuriosiva (forse anche perché gli piace tanto arrampicarsi ovunque e quando vede per l’appunto una scala non può fare a meno di montarci fino in vetta!). Per Mirò rappresentava simbolicamente uno strumento per “evadere” dalla realtà e immergersi nella fantasia, in altri mondi, forme, colori, poesie… Per Cosimo la scala rappresenta un gioco che lo fa sentire più grande, “alto come un gigante…e come il babbo”. Motivi d’interesse chiaramente diversi ma Cosimo, come un artista, ha prestato la stessa attenzione nel tracciare le linee che con la fantasia lo portavano in alto, “alto fino al cielo”.

scala rossa gialla

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Istallazioni “site specific”: Prato e gli studenti di Architettura della Monash University

Tra settembre e ottobre gli studenti di Architettura della Monash University, sede pratese dell’Università australiana di Melbourne, hanno intrapreso un’avventura singolare che ha visto protagonista proprio la città toscana e la sua realtà contemporanea. Sono partiti dalla riflessione sui cambiamenti che Prato ha avuto nel tempo e dalla domanda di come, oggi, la città è vista e quale potrà essere il suo futuro. L’interessante ricerca è scaturita in una mostra a cielo aperto, fatta di installazioni “site specific” con l’intento di proporre nuove possibilità di trasformazione di alcuni spazi cittadini, toccando anche la riflessione sulla possibilità di intervenire e portare ad una rinascita luoghi “difficili” o degradati attraverso l’arte contemporanea. Le opere hanno interessato cinque punti della città, oltre al cortile di Palazzo Vaj, prestigiosa sede dellUniversità, dove alcuni studenti hanno dato il benvenuto ai partecipanti all’inaugurazione del 3 ottobre, con un’istallazione “work in progress” fatta di coni in cartone, carta e grossi fili di sintetico.

operaprimaVarie tipologie di tessuti, donate dalle locali aziende (Gruppo Beste, Compagnia Tessile e Lanificio Faliero Sarti), sono state il materiale di base di tutti gli interventi artistici dei ragazzi, e non poteva essere che così data la specificità e il valore identitario dell’arte tessile per la città di Prato.

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Materia e contrasti: viaggio nell’arte contemporanea a Palazzo Pacchiani di Prato

Entrando casualmente in uno dei tanti Palazzi storici di Prato la sensazione è quella che in ogni angolo della bella città toscana ci sia un piccolo scrigno tutto da scoprire. Quest’oggi parliamo di Palazzo Pacchiani situato nei pressi di quella che era Porta Fiorentina, in Palazzolo, attuale via Mazzini. Anche questo, come gli altri palazzi del centro storico, apparteneva ad una famiglia, in questo caso la famiglia Pacchiani, che è stata la più importante per quanto riguarda la lavorazione tessile pratese, insieme ai Mazzoni. Adiacente al Palazzo vi era infatti proprio la Fabbrica Pacchiani in cui si producevano i famosi Berretti alla Levantina, chiamati “Fez”, che venivano esportati in Medio Oriente. Si presentavano di lana il più delle volte di colore rosso e prendevano il proprio nome dalla città di Fez, in Marocco, da cui sembra siano originari. Tali particolari berretti furono testimoni della ripresa produttiva avvenuta nel XVIII secolo con la sempre maggiore meccanizzazione del settore tessile.
Oggi Palazzo Pacchiani, dopo essere stato sede dell’Istituto Professionale Marconi, è divenuto “Urban Center”, spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea e al dialogo tra arte e città. Fino al 10 ottobre si può visitare la mostra di arte contemporanea “Urbana Vestigia”. Gli artisti che espongono le loro opere sono: Beatrice Gallori, Fabio Inverni, Fernanda Morganti e Rudy Pulcinelli. La mostra, che fa parte della programmazione di Prato Estate “Il Tondo del Mercatale”, è un progetto curato da Ilaria Magni, Direttore di Arte in Toscana, è organizzato in collaborazione con il Comitato di Piazza Mercatale, col patrocinio del Comune di Prato.
Il 23 luglio è avvenuto l’incontro con gli artisti mentre il prossimo evento da non perdere per chi voglia approfondire la poetica dell’arte dei nostri tempi, si svolgerà il 2 ottobre 2013 presso l’auditorium di Palazzo Pacchiani. La psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Valentina Panella dell’associazione “Armoniosamente Lab”, terrà una conferenza di “Arte e Psicologia”.
Il primo impatto, entrando nella prima sala del percorso di Palazzo Pacchiani, ce lo da l’artista Rudy Pulcinelli con al sua scultura “Obbiettivo mancato”.

Rudy Pulcinelli "Obbiettivo mancato" 2012 Acciaio corten
Rudy Pulcinelli “Obbiettivo mancato” 2012 Acciaio corten

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